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Pescante ancora pensa   alla rinuncia di Roma

CERCHI E PALAZZI. A poco piu’ di due mesi dall’assegnazione delle Olimpiadi del 2020 (l’8 settembre a Buenos Aires), il rammarico per la rinuncia di Roma e’ ancora palpabile, soprattutto per Mario Pescante, membro Cio di lungo corso che nella candidatura capitolina ci aveva creduto fortemente. ”Insisto nel dire che e’ stata un’occasione persa – le sue parole a margine della cerimonia dell’alzabandiera ai Giochi del Mediterraneo di Mersin – rinunciare e’ stata una decisione di una miopia incredibile. Ho sempre difeso l’allora presidente del consiglio Mario Monti, ma la delusione oggi e’ ancora piu’ forte perche’ competere con Tokyo, Madrid e Istanbul, beh, oggi saremmo stati in pole position sicuramente”. La candidatura di ai Roma 2020, secondo Pescante sarebbe stata un aiuto anche vista la situazione economica, ”avremmo fatto vedere agli italiani che in fondo al tunnel c’e’ un lumicino – sottolinea Pescante – Monti mi disse che anche la Spagna si sarebbe ritirata, invece loro sono ancora li’ e competono con qualche chances di vincere. Ci hanno dato una lezione di orgoglio e coraggio. E’ una mortificazione che non meritavamo. Ne sarebbe venuta una spinta d’orgoglio che solo lo sport sa dare”.

A Mersin per i Giochi del Mediterraneo, Pescante guarda con attenzione anche alla situazione del paese, alle prese con forti tensioni sociali, ma la cosa, potrebbe non essere determinante in vista della candidatura olimpica di Istanbul. ”Non mi meraviglio piu’ di tanto – dice – in passato ci sono state tante situazioni anche piu’ difficili. Istanbul non e’ la Turchia, questo e’ un bel paese che cresce. Le contraddizioni ci sono ovunque, vedete in Brasile, la patria del calcio dove manifestano dicendo che non vogliono la Coppa del Mondo. Il mondo sta cambiando in tutti i sensi, ci sono molti aspetti postivi, quelli negativi sono che questi movimenti poi non si governano e spesso i risultati sono quelli che vediamo in Siria, nei paesi arabi”.

Su una possibile candidatura di Roma per il 2024, il presidente del Coni Malago’ non si sbilancia: ”bisogna crederci e saperlo fare bene senza speculare e fare impianti pensati per il momento ma soprattutto immaginati per il domani – dice – sembra una formuletta ovvia ma ogni tanto si fanno errori giganteschi in giro per il mondo. La legacy di Londra e’ la vera chiave di successo che ha avuto l’Olimpiade di Londra e si deve andare avanti su questa linea. Ad eccezione di qualche paese con economie molto particolari come i giochi olimpici europei di Baku del 2015 dove e’ evidente che il paese ha risorse enormi, per Roma non si puo’ che ragionare in quest’ottica qui, questi budget faraonici secondo me si concluderanno con Sochi”. I Giochi del Mediterraneo di Mersin sono considerati una sorta di prova generale per la candidatura di Istanbul 2020: ” Quello che vediamo e’ eccellente – spiega il n.1 del Coni – ma non c’era bisogno di vedere i Giochi del Mediterraneo. Chi ha frequentato i campi di basket o altri eventi internazionali recenti ha visto che in termini infrastrutturali la Turchia ha preso una pista non solo all’Italia ma a tantissimi paesi ben piu’ evoluti. La forza della candidatura non la scopro certo io, finora non l’ha ottenuta nessun paese islamico ma la Turchia e’ un paese che non e’ attribuibile ne’ all’Europa ne’ all’Asia e questo puo’ essere sia una forza sia una debolezza”.

Redazione Olympialab

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