Schwazer e il dovere dell’oblio

TORINO. La parabola doping, pentimento con lacrime quando beccati, comparsate tv di Alex Schwazer sta sinceramente diventando stucchevole e ieri sera, nel corso della sua apparizione al serale di Amici, abbiamo letto in rete qualche reazione infastidita anche di suoi colleghi sportivi. Ci ha fatto sognare cinque anni fa Alex e dopo l’Oro di Pechino si prese un impegno: “piuttosto che doparmi, smetto”. Ormai nove mesi fa ci siamo sentiti traditi e ad ogni apparizione con mea culpa, che badata bene non smuove nulla nella piramide di omertà che avvolge il doping, ci sentiamo un poco più traditi. Ai primi microfoni dopo le notizie della sua positività, Schwazer disse “Smetto con la Marcia” per poi qualche mese dopo iniziare a protestare per l’assenza di sconti nella sua squalifica per tre anni e mezzo.

Mentre all’uomo non si può che augurare un miglior futuro, l’atleta Alex Schwazer ha il diritto e il dovere dell’oblio. Le sue parole le conosciamo ormai a memoria, nulla può essere fatto per cancellare una scelta che ha scritto la parola fine alla sua parabola agonistica e le TV che rincorrono le sue apparizioni e non quelle di quanti scendono quotidianamente sui campi di gara puliti non stanno facendo un buon servizio allo sport e allo stesso Schwazer.

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