Il bivio di Olimpia: estirpare il male o chiudere baracca

MILANO. Stanotte i pensieri si fanno più cupi. E’ la notte della Russia dopata, è la notte delle Olimpiadi stuprate. Per uno come me che ha i Cinque Cerchi tatuati addosso è una violenza quasi carnale quella inflitta oggi pomeriggio dal Report Mc Laren che inchioda il sistema di sbianchettamento del sangue di qualsiasi atleta russo che abbia partecipato a Sochi 2014. C’è di più: c’è un metodo nazionale guardato a vista dal plenipotenziario dello sport Vitaly Mutko e dal suo vice che hanno iniziato a fabbricare menzogne sportive fin da Vancouver 2010, per passare a Londra 2012, ai mondiali di atletica a Mosca nel 2013 e ai mondiali di nuoto di Kazan nel 2015.

Domani Bach proverà a cacciare la Russia dalle Olimpiadi di Rio, dopo questo rapporto che esclude una manciata di sport dalla macchina delle “sbianchettatrici” russe. Non si sa se ci riuscirò, ma deve sapere una cosa: o ci libera dal male o deve chiudere baracca. Perché la sensazione che abbiamo ora è una sola: a Rio, dove tra l’altro il laboratorio antidoping è chiuso per scarsa qualità delle procedure, andrà in scena un falso storico. Falso che chi ama lo sport non vuole proprio vedere. Stanotte pensi a tutti quelli che sono stati derubati dei sogni olimpici e avevano sputato sangue per arrivare a mettersi una medaglia al collo, fottuti da mentitori drogati. E veda se è il caso di piegarsi a quel dittatore vestito da democratico apparente di nome Vladimir Putin.

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