Calcio

Calcio, morire per una partita: le vite spezzate dei tifosi

Il calcio si ferma dopo la morte di un tifoso di 22 anni dell’Aek Atene, ferito a morte da una pugnalata nella periferia della capitale greca durante gli scontri con i sostenitori della Dinamo Zagabria. Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine locali, i disordini hanno generato anche una ventina di feriti. Quanto basta per spingere la UEFA a rinviare il match. Non è comunque la prima volta che la cronaca nera entra in quella sportiva. Anzi, la “black list” di morti allo stadio si è solo allungata.

Quante tragedie in Europa

Immagine | Ansa

In Europa si contano tantissime tragedie. La più nota è quella legata quanto accaduto il 29 maggio del 1985, finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus. Una carica degli hooligans inglesi nel settore Z dello stadio lascia in eredità 39 vittime. E da allora “Heysel” sarà simbolo di tragedia e, purtroppo per gli inglesi, neanche l’unica. Il 15 aprile 1989 è il giorno del disastro di Hillsborough: 96 vittime, tutti del Liverpool, assiepati per seguire la finale di FA Cup tra i Reds e il Nottingham Forest. L’11 maggio del 1985, la festa del Bradford City si trasforma in tragedia dopo che un fumogeno si trasforma in incendio. Lo stadio, per la maggior parte in legno, diventa un rogo mortale, con tanto di crollo del tetto dell’impianto. Perdono la vita 56 persone. Al Luzniki di Mosca nel 1982 si gioca Spartak Mosca – Haarlem: 62 morti per il crollo di una scalinata.

Anche in Italia tante tragedie

Anche in Italia sono state tantissime le tragedie legate al calcio e alla rivalità sportiva. Il 28 ottobre 1979 prima di un derby fra Roma e Lazio, dalla Curva Sud parte un razzo sparato da un 18enne che colpisce in pieno volto Vincenzo Paparelli, tifoso laziale che rimane ucciso. Gli anni ’80 sono caratterizzati da altre tragedie. Il 7 giugno del 1981 la festa della Sambenedettese si trasforma nel “Rogo del Ballarin”: uno striscione prende fuoco e l’incendio causa due morti. Alla fatalità, in quegli anni, si unisce anche il malcostume delle “lame”. Molti tifosi sono armati di coltello e spesso lo usano: il 30 settembre 1984, al termine di un Milan – Cremonese, Marco Fonghessi è ucciso accoltellato da un altro tifoso rossonero. Il 9 ottobre 1988, Nazzareno Filippini, tifoso dell’Ascoli, rimane gravemente ferito dopo una coltellata e muore in ospedale. Si muore anche di botte e paura. Il 4 giugno 1989, il tifoso della Roma, Antonio De Falchi, è vittima di un agguato dei tifosi rossoneri: stroncato da un infarto.

Gli anni ’90, fra roghi e lame

Negli anni ’90 la morte torna a fare capolino: si gioca un derby siciliano fra Messina e Ragusa. Salvatore Moschella, aggredito da alcuni tifosi del Messina, scappa saltando dal treno in corsa, ma la sua è una scelta fatale: muore a pochi chilometri da Acireale. Nel 1995 torna l’incubo a forma di serramanico. Prima della sfida fra Genoa e Milan, un tifoso della squadra padrone di casa viene accoltellato a morte e muore fra le braccia di un suo amico. Il suo nome è Vincenzo Spagnolo. Il 24 maggio 1999 è il giorno del Rogo di Santa Lucia: dopo Piacenza-Salernitana, sfida decisiva per la permanenza in serie A, il treno su cui viaggiano verso casa oltre tremila tifosi granata prende fuoco vicino la stazione di Salerno e costa la vita a quattro giovanissimi.

Le morti dal 2000 ai giorni nostri

Immagine | Ansa

Il 17 giugno 2001 si gioca Messina-Catania. Dalla curva etnea parte una bomba carta verso i tifosi padroni di casa: Antonino Currò muore a soli 24 anni. Il 2 febbraio 2007, perde la vita un poliziotto. Filippo Raciti, durante gli scontri scoppiati, al termine del derby Catania-Palermo, è vittima della guerriglia urbana scoppiata fuori dallo stadio «Massimino» tra i tifosi etnei e le forze dell’ordine. Un vero e proprio caso di guerriglia urbana, con 250 persone coinvolte negli scontri. L’11 novembre del 2007, la vita di Gabriele Sandri si spezza, invece, per mano di un poliziotto: alla stazione di servizio di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo, il tifoso della Lazio è colpito da un proiettile esploso dall’agente della Polstrada, Spaccarotella. Quasi un anno dopo, il 30 marzo del 2008, un’altra area di servizio si trasforma in un luogo di morte: Matteo Bagnaresi, tifoso del Parma, è travolto da un pullman. La finale di Coppa Italia del 2014 è una partita che Ciro Esposito non vedrà mai: il tifoso rimane gravemente ferito dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Anche il boxing day diventa un giorno tristissimo: negli scontri tra ultras, prima di Inter-Napoli, perde la vita Daniele Belardinelli. in seguito alle ferite riportate dopo che un’auto l’ha travolto.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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