Di quanto tempo (e punti) avrebbe bisogno Sinner per diventare il numero uno al mondo?

Non ha avuto neanche in tempo di festeggiare il sorpasso al russo Daniil Medvedev al terzo posto nel ranking Atp, lì dove nessun italiano nella storia è mai salito, che a Jannik Sinner già tutti stanno facendo i calcoli per come e quando arriverà al primo posto, facendo abdicare nientepopodimeno che Novak Djokovic, il re indiscusso. Intanto, però, l’azzurro vede già la seconda posizione. E già così non è niente male. Il motivo? L’infortunio di Carlos Alcaraz dopo una torsione innaturale della caviglia destra nel secondo punto della partita contro il brasiliano Thiago Monteiro. La cosa al medical time out, il tentativo di giocare sul dolore, la resa. Insomma, non è stato proprio fortunato il debutto dello spagnolo nell’Atp 500 di Rio de Janeiro.

È uscito dal campo sulle sue gambe, ma c’è ovviamente apprensione sulle sue condizioni, anche se le analisi, nella serata di ieri, hanno rivelato che si tratta solo di una distorsione. Resta ovviamente la preoccupazione di Alcaraz, che in Brasile lo scorso anno aveva perso la finale contro il britannico Cameron Norrie e che quindi lunedì prossimo perderà 300 punti nel ranking. Calcoli alla mano, il distacco tra lui e Sinner si assottiglierà ancora e, al prossimo aggiornamento della classifica, il numero 2 e il numero 3 del mondo saranno separati da soli 535 punti, 8.805 a 8.270.

Jannik Sinner
Jannik Sinner | ansa @Epa/Sander Koning

Come funziona?

A Indian Wells, che si disputerà a marzo, lo spagnolo arriverà da campione in carica, con la possibilità quindi di confermare al massimo i suoi 8.805 punti. Non dovesse vincere il torneo, però, Sinner potrebbe mettere la freccia. Togliendo i 1.000 punti che difenderà Alcaraz e i 360 che difenderà Sinner, sconfitto in semifinale nel 2023 proprio dallo spagnolo, Sinner inizierà Indian Wells a 7.910, Alcaraz a 7.805. Se Jannik farà meglio di Carlos, allora l’azzurro scalerà un’altra posizione. Ma cosa serve all’azzurro per scalzare anche il re dei re, Djokovic? Vale il discorso fatto per il secondo posto. Ossia, la rincorsa verso la vetta inizia dai prossimi due Masters americani che chiudono la prima parte della stagione sul cemento. L’azzurro che fece finale a Miami e semifinale a Indian Wells, difenderà un bottino di 960 punti. Invece, Djokovic non ha giocato i due tornei nella scorsa stagione e, quindi, ha tutto da guadagnare in termini di punti.

Jannik Sinner
Jannik Sinner | ansa @Epa/Sander Koning

Quando può arriva la svolta?

Stando ai fatti, la svolta per il primo posto allora potrebbe arrivare sulla terra, dove Sinner ha meno punti da difendere (585) al serbo (2.135). In questo caso è Sinner ad avere le maggiori chance di ridurre le distanze, a patto che mantenga il rendimento attuale e non ripeta l’andamento altalenante della scorsa annata. Proprio il Roland Garros potrebbe essere il momento chiave visto che Nole ha 2.000 punti da difendere avendo vinto l’edizione 2023, con un Sinner che invece a sorpresa si fermò al secondo turno. Situazione simile anche sull’erba: qui è ancora Jannik il giocatore con meno punti da difendere complessivamente: 855 contro i 1.200 di Djokovic.

Insomma, c’è aria (e speranza) di sorpasso. “Il futuro non si può prevedere. Sicuramente è un sogno e stiamo lavorando per andarci il più vicino possibile”, le parole di Sinner nell’intervista rilasciata a Vanity Fair. E ancora: “Tutte le partite che si vincono, non si vincono nel giorno in cui si disputano. Si vincono preparandosi per mesi, forse anni, lavorando per quella partita. Vedremo se questo lavoro servirà anche al primo fallimento, vedremo come reagirò. Ma non ho paura di sbagliare, non ci penso. Non vedo che senso abbia pensarci”.

 

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