MILANO. Si sono chiusi i Mondiali di nuoto, evviva Federica Pellegrini. Già, quella che tutti considerano immensa e che è e resta, a mio avviso, la foglia di fico per non far vedere che sotto il vestito, o meglio sotto la foglia stessa, c’è poco, molto poco. Anzi niente. Federica dicci la verità, l’hai fatto apposta. Hai visto che era “anno gramo” e ti sei tolta pressione ribaltando il mondo con il naso all’insù invece che a fendere l’acqua. Però il cronometro sui 200 sl in piscina, l’hai tenuto bene, il tuo compare Lucas segnava i tempi e tu li hai fatti per tutta la stagione. Ormai con il nuoto di oggi non si diventa vicecampionesse mondiali scendendo in vasca a caso, ma si arriva lì soltanto programmando un carico di lavoro buono per spaccare il monte Bianco in mille pezzi e portarlo in Cina. Allora basta con le frottole e dì la verità: ti sei nascosta. Anche la Federazione era d’accordo e, infatti, si è lasciata scappare che li avresti fatti i 200 qualche ora prima di te. Così dietro l’immensa Fede si poteva nascondere Scozzoli che mah, la Bianchi che boh, le staffette che ciao, Paltrinieri che è giovane. Tutti dietro la Pellegrini. Ok, quest’anno è andata così, ma a Kazan facci un favore: nuota nei tuoi mari e non farti fregare. Lo dico: per me la medaglia d’argento della Pellegrini è una sconfitta di un movimento che è ancora orfano di Castagnetti. E non sa dove andare. E’ un alibi. Perché fornirgliene altri?
Sono d\’accordo al 1000×1000 con quanto dici! Comprendo perfettamente l\’esigenza di Federica di sentirsi tranquilla dopo una carriera vissuta sempre al centro dell\’attenzione della stampa (caso unico nel nuoto), perfino di quella più frivola. Trovo invece puerile la gestione del caso da parte di una federazione che difetta completamente di progettualità, fulgido esempio (si fa per dire) di federazione che, insieme ad altre, sta conducendo l\’Italia verso un\’edizione dei giochi olimpici che rischia di essere la più nera degli ultimi 40 anni, stile Montreal \’76…