Calcio

Il Milan di Berlusconi: le sfide indimenticabili

Silvio Berlusconi è morto e chiude un’era della storia italiana. Anche dal punto di vista sportivo. Impossibile dimenticare 31 anni e 29 trofei. L’addio è  ufficializzato il 13 aprile 2017 dopo anni di successi, da rivivere ripercorrendone le tappe fondamentali.

La prima volta

La prima data da cerchiare in rosso…nero è il  15 maggio del 1988. Si gioca l’ultima giornata di campionato della stagione 1987/1988. Al Milan basta un punto per assicurarsi il tricolore che manca da 9 anni, al Como serve un pari per centrare la salvezza. Risultato a caso? 1-1. Virdis e Giunta. Arriva il primo scudetto dell’era Berlusconi. In campo ci sono Gullit e Van Basten, in panchina Arrigo Sacchi: è l’inizio di un’era.

Il Real… mandato in blancos

La prima notte indimenticabile in Europa non è una finale, ma una doppia semifinale. Il Milan affronta il Real Madrid in Coppa Campioni 1988/1989. Domina al Bernabeu, ma raccoglie solo un pareggio. Al ritorno, a Milano, non c’è storia: Ancelotti apre le marcature e poi… fioriscono i tulipani: Rijkaard, Gullit e Van Basten calano il poker. Donadoni mette la ciliegina sulla torta 5-0.

La notte dei Campioni

La prima Champions targata Berlusconi arriva il 24 maggio del 1989: eliminato il Real Madrid, resta l’ostacolo Steaua Bucarest. La sensazione è che sia una formalità. La certezza arriva dal Camp Nou trasformatosi in una succursale di San Siro: 4-0 senza discussioni, con le doppiette di Gullit e Van Basten i rossoneri tornano sulla vetta d’Europa.

Il bis nella notte di Vienna

L’anno dopo il Milan affronta una finale di Coppa dei Campioni molto più complicata. Di fronte c’è il Benfica, squadra “appiccicosa” che impedisce alla squadra di Sacchi di tessere le consuete trame di gioco. Questa volta serve un guizzo, e arriva da Rijkaard, che trova tempo e spazio per infilare la difesa lusitana e regalare al Milan il secondo titolo consecutivo.

Atene, la vittoria del classico sul barocco

18 maggio del 1994. Il Milan di Berlusconi sale contro ogni pronostico per la terza volta sul tetto d’Europa. Nella finale di Atene, senza, di fatto, la difesa titolare, e contro un Barcellona favoritissimo alla vigilia, i rossoneri annientano i  blaugrana di Cruijff e Romario con un poker indimenticabile. La squadra di Capello beffa i catalani con una splendida dimostrazione di calcio all’italiana. Massaro (doppietta),  Savicevic e Desailly le firme sulla prima Champions.

Via Capello, con un… Zac, ed è scudetto

Stagione 1998-1999. Berlusconi ha un’altra intuizione e affida la panchina rossonera ad Alberto Zaccheroni. L’organico non sembra all’altezza delle varie Juve, Lazio, Inter e Parma ma i rossoneri riescono in una clamorosa rimonta ai danni della Lazio, culminata con il sorpasso alla penultima giornata. Berlusconi rivendicherà quello scudetto con l’idea di aver suggerito Boban trequartista alle spalle di Weah e Bierhoff.

Il derby di calcio tennis

L’11 maggio del 2001, a San Siro va di scena il derby di calcio tennis. Il Milan non è in buone acque, ma l’Inter sta anche peggio. La squadra affidata a Cesare Maldini ne rifila 6 ai cugini, massimo scarto in una stracittadina milanese dal secondo dopoguerra. Doppiette di Shevchenko e Comandini, poi Giunti e Serginho.

La notte della Maldynasty

Immagine | Ansa

Il 28 maggio 2003 si consuma l’epilogo della Maldynasty. Paolo Maldini, dopo una finale equilibratissima contro la Juventus, alza al cielo la Champions League in Inghilterra, come fece suo padre Cesare. Nella prima e sinora unica finale tutta italiana nella storia della competizione i rossoneri prevalgono ai rigori sulla Juventus dopo lo 0-0 dei 120’.

Atene porta bene: la rivincita

Immagine | Ansa

Nel 2005 il Milan perde in un modo ancora oggi inspiegabile la Champions a Istanbul. 3-0 a fine primo tempo contro il Liverpool, 3-3 al 90’ e poi ai rigori vincono i reds. Due anni dopo, il 23 maggio del 2007, si gioca ad Atene, dove il Milan ha già alzato una Champions. Il destino offre la possibilità della rivincita e il Milan non se la fa sfuggire.  Inzaghi ne fa 2, Kuyt accorcia ma stavolta niente rimonta. Quinta e ultima volta del Cavaliere sul tetto d’Europa.

Il derby dello scudetto

Milan – Inter 3- 0,  stagione 2010 – 2011. Il primo Milan di Allegri, uno squadrone: difesa composta da Nesta e Thiago Silva, davanti Ibra, Robinho e il miglior Pato. Lo scudetto arriva Roma, ma  il passaggio di consegne è nel derby contro l’Inter del triplete campione in carica annientata: due gol di Pato e il rigore di Cassano azzerano le possibilità di rimonta nerazzurre e regalano ai rossoneri, di fatto, il diciottesimo scudetto.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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