La fiamma delle Olimpiadi è impossibile da spegnere

MILANO. Ripartiamo, già. Stiamo preparando le prime cose, aprendo le valigie per metterci dentro i vestiti, approntando i format e gli spunti, svolgendo le ricerche sulla città e su un’edizione delle Olimpiadi che, per sua natura e per sua collocazione, farà scrivere un capitolo nuovo nel romanzo dei Giochi dell’era moderna. Ripartiamo perché ad alaNEWS, testata giornalistica che regge le sorti di questo sito e che ho l’onore di dirigere, abbiamo sempre pensato che i Cinque Cerchi dovessero essere il cuore del nostro modo di raccontare lo sport. E lo pensiamo ancora. E’ un fatto, tuttavia, che abbiamo lasciato dormire questo luogo virtuale nel quale il collega Massimo Brignolo aveva raccontato ciò che succedeva sotto la bandiera di Olimpia per due lunghi anni. Mi corre l’obbligo di spiegare i motivi di questa scelta: lo abbiamo fatto per crescere come agenzia e come gruppo di professionisti della comunicazione che volevano imporre un modo nuovo di fare giornalismo. I mesi passati raccontano di un percorso di crescita di alaNEWS importante, ma anche di una fiamma olimpica che nessuno è riuscito a spegnere. Quella fiammella quasi un anno fa è diventata un falò perché abbiamo concretizzato la grande opportunità di avere degli accrediti per poter partecipare, da testimoni diretti, ai Giochi della Trentunesima Olimpiade estiva dell’Era Moderna. Quando sono arrivati i “badge” in redazione a Roma abbiamo realizzato che questo sogno stava per diventare realtà e ci siamo messi in strada per andare, per la prima volta con la “maglietta” di alaNEWS addosso, a vedere la Fiamma dal vivo. E’ stato un attimo, poi, guardarci in faccia e pensare, con il team di Alacom, con Andrea Casamassima, con Ludovico De Marco, con Andrea Eusebio e gli altri componenti del gruppo di collaboratori, che la mossa successiva fosse rischiacciare “on” su Olympialab.

Di conseguenza ci ripresentiamo a voi con un sogno, con lo stesso sogno: quello di raccontare lo sport a Cinque Cerchi pensando che la monocultura calcistica di questo paese vada spezzata, ma anche pensando che il calcio non è il “mostro” da avversare, ma una delle discipline, fra le tante, che stanno sotto la bandiera del Cio. Il plus è che da queste colonne racconteremo anche l’Olimpiade da Rio trovando così il compimento dei nostri “Olympic Dreams”. Lo faremo in modo semplice, diretto, a volte scanzonato, raccontando soprattutto storie, sogni e fatiche di chi, come noi, sta andando verso Rio e comunque vive con questa fiamma che non si può spegnere. Questo è il nostro compito: senza pregiudizi e sperando di avere la medesima competenza mostrata da Massimo che per mesi, anni, è stato l’anima di questo sito. A lui va il ringraziamento di averlo creato, a me il compito di non farlo rimpiangere, ora che le strade del web sono separate, ma sotto la fiamma di una medesima passione: quella olimpica.

Ci stiamo rimettendo in moto e, quindi, anticipare troppe cose sarebbe presuntuoso: dobbiamo riprendere confidenza anche noi. Una, però, la posso dire: ci sarà anche un soggetto con un passato da calciatore a fare la scheggia impazzita su queste colonne. Terrà un blog, realizzerà dei video, andrà a Rio anche lui. E ne avrà per tutti.

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