L’Olimpiade dei mitra e dei cannoni

MILANO. Lo scrivo subito così poi mi addormento e seguo Sochi 2014 sognando che sia tutto bello. L’Olimpiade che ci apprestiamo a vivere è l’ennesima edizione regalata alla politica, alla strumentalizzazione, agli sponsor di bevande, telefonini e carte di credito che ammorbano la fiamma da tempo. Oggi ho letto sui giornali che delle navi americane sostano nel mar Nero per provvedere alla sicurezza degli atleti americani ai Giochi russi. Poi ho letto che Putin, uno che fa fare da madrina all’Olimpiade a una che frequenta, di tanto in tanto, i suoi lettoni, si è incavolato duro per questa mossa, che considera una provocazione. Noi di Olympialab guardiamo allo sport, quello vero, ma non possiamo non accorgerci che c’è anche quello finto, quello dei cannoni e dei terroristi, dei politici e dei boicottatori. Allora mi viene già il vomito a pensare che si potrà vedere la fiamma in una città artificiale, difesa da mitra e da cannoni, una città in cui si spera che non succeda alcunché, ma che solo quella grande femmina e quella grande campionessa che è Federica Brignone, almeno sul palcoscenico italiano, è riuscita a definire con coraggio “un posto dove non c’è niente”. Già, a Sochi non c’è niente, ci sarà l’Olimpiade e poi di nuovo non ci sarà niente, tanto se la asciugano i poveracci di russi che dovranno pagarsi lo spettacolo negli anni a venire. Adesso però mi addormento e sogno una bella Olimpiade. A proposito, ma è vero che siamo a sei medaglie e nessuna d’oro?

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