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    Home»Sport olimpici»Maratona e matematica, istruzioni per l’uso
    Sport olimpici

    Maratona e matematica, istruzioni per l’uso

    La Maratona, tutta una questione di distanze e misure: spazi e chilometri che si intersecano con minuti e secondi
    Luigi PelliconeBy Luigi Pellicone28 Aprile 2023Updated:2 Maggio 2023Nessun commento3 Mins Read
    Isaac Kipkemboi
    Immagine | Epa

    Primavera: caldo, possibilità di allenarsi e correre all’aperto. Così i tantissimi runners possono tentare di migliorare i propri primati personali. Ai professionisti invece, il compito di limare qualche secondo nella maratona, specialità faticosa, affascinante tanto da essere diventata oggetto di studio. Il paragone con la matematica non è più così azzardato.

    La maratona è matematica

    Roma - Ostia
    Immagine | Ansa

    La maratona è matematica? Se n’è spesso parlato ma gli ultimi risultati legati alle prestazioni degli specialisti dimostrano chiaramente che il calcolo è applicabile, e anche con successo, alla corsa. Questione di distanze e misure: spazi e chilometri che si intersecano con minuti e secondi. Ed esiste anche una formula precisa per arrivare a percorrere tutti i 42,195 chilometri nel tempo che ci si è prefissati. Oltre alla calcolatrice, però, servono costanza, allenamento, pazienza e preparazione. Nulla può essere lasciato al caso: una mezza maratona si può, al limite, anche improvvisare, ma per arrivare a percorrere la distanza della madre di tutte le corse olimpiche, occorrono dalle 12 alle 20 settimane di allenamento quotidiano. Legato, naturalmente, al volume di chilometri da percorrere: dai 100 ai 200 ogni sette giorni.

    Poche e semplici regole

    Le regole sono piuttosto semplici ma fondamentale è la capacità di resistenza. Esistono infatti delle tabelle precise che aiuteranno a percorrere tutti i 42mila e 195 metri. In primis, impossibile correre 4 minuti a chilometro per più di 10 chilometri. Non è un caso che nessun maratoneta sia più veloce nella seconda parte di gara rispetto alla prima. E questo perché occorre abbattere il “muro” della fatica che, se affrontato senza criterio, rischia di essere insormontabile. In questo senso i più esperti consigliano di essere più lenti di circa 12-15’’ a chilometro per i primi 21, rispetto alla mezza maratona. In termini di tempo, si traduce in circa 4’ in più, tutti guadagnati però per reggere senza stress la seconda parte di gara a ritmo costante.

    Occhio al GPS

    Maratona Torino
    Immagine | Ansa

    Quasi tutti i runners utilizzano il gps per monitorare i progressi. Ecco, meglio aggiungere 2 o anche tre secondi a chilometro rispetto a quanto riporta il GPS, strumento senza dubbio utile ma a volte leggermente impreciso perché durante la corsa, anche inconsapevolmente, si tende ad allungare il percorso, impostando male una traiettoria o deviando dalla linea di passaggio. Se si è in difficoltà fisica, meglio calcolare la media del tempo che sarà necessario per chiudere i 42km e monitorare se, nell’arco dei due o tre chilometri, si è più lenti, e di quanto, dei precedenti. Se i calcoli non tornano, è evidente che si è in deficit, quindi meglio fermarsi, bere e mangiare prima di considerare, qualora la sensazione continuasse, il ritiro.

    Maratona Boston Maratona New York Maratona Roma Matematica
    Luigi Pellicone
    Luigi Pellicone

    43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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