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NBA, perché questa finale è già storica?

Miami e Denver, 1-1 dopo le prime due gare. Dopo il successo dei Nuggets nel primo match, gli Heat hanno immediatamente raddrizzato la serie con un 108-111 in rimonta: questa notte, dunque, in Florida si ripartirà da una perfetta parità. Tutto bello, ma anche prevedibile. L’equilibrio regna sovrano nella serie finale che assegnerà l’anello a una delle due finaliste destinate, comunque vada a finire, a entrare nella storia della competizione e a confermare lo straordinario livello di competitività raggiunto da una Lega che si appresta a celebrare l’ennesima alternanza fra le squadre capaci di imporsi.

NBA: un torneo storicamente democratico

Che l’NBA sia un torneo particolarmente democratico, non è una novità assoluta. Solo una, fra Denver e Miami, metterà l’anello al dito e chiunque sia, si consegnerà comunque alla storia perché diventerà la quinta squadra diversa in altrettanti anni a trionfare. Prima volta nel XXI secolo. Un evento rimarcato con orgoglio dal commissioner NBA Silver, che vede questo turnover di franchigie vincenti come un successo personale. Del resto, un torneo che ogni anno regala la consacrazione di campioni diversi, sfide equilibratissime e finali al cardiopalma acquista parecchio interesse sia a livello di immagine che, soprattutto, di appetibilità. Tuttavia il “Metodo Cencelli” applicato al Basket americano non è una novità assoluta, specialmente nell’arco di un lustro. Negli anni ’50, specificatamente fra il 1954 e il 1958 si prima imposero i Minneapolis Lakers (1954), poi i Syracuse Nationals (1955), quindi i Philadelphia Warriors (1956). E ancora, Boston Celtics (1957) e St. Louis Hawks (1958). Il bis arriva nella prima metà degli anni ’70 e il ciclo, questa volta, è aperto dai Milwaukee Bucks (nel 1971). Seguono le vittorie dei Los Angeles Lakers (1972), quindi i New York Knicks (1973), poi i Boston Celtics (1974) e infine i Golden State Warriors (1975)

A caccia del record assoluto

Il record dei record, però, risale alla seconda metà degli anni ’70, quando c’è un nuovo periodo di grandissimo equilibrio che arriva a incoronare sei squadre in sei anni differenti. Un primato che ancora oggi non è stato eguagliato e che ha avuto inizio nel 1975 con la vittoria dei Golden State Warriors. Nel 1976 hanno vinto i Boston Celtic; nel 1977, è il turno dei Portland Trail Blazer mentre l’anno successivo, il 1979, l’anello è dei Washington Bullet. Il 1980 apre il periodo d’oro dei Los Angeles Lakers, un record che comunque inizia a tremare: sarà sufficiente che la squadra campione NBA del 2024 sia diversa da Raptors, Lakers, Bucks, Warriors e dall’eventuale vincente tra Nuggets e Heat. La risposta arriverà fra dodici mesi ma tutto lascia credere che sia possibile tornare a quegli straordinari anni ’70.

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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