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    Home»Notizie»Quando vedremo 50.000 spettatori?
    Notizie

    Quando vedremo 50.000 spettatori?

    Massimo BrignoloBy Massimo Brignolo28 Dicembre 2013Updated:4 Luglio 2022Nessun commento2 Mins Read

    TORINO. La Veltins Arena di Gelsenkirchen, stadio di proprietà dello Schalke 04, ha ospitato oggi, come avviene dal 2002, il World Team Challenge di Biathlon, gara dal format particolare con 10 coppie miste in gara, un percorso di un paio di chilometri fuori dallo stadio e un paio di curve, il poligono di tiro, e il rettilineo d’arrivo all’interno dell’impianto. Cinquantamila spettatori a riempire gli spalti, un tutto esaurito che alle nostre latitudini non si vede neanche per una partita di calcio. In Germania il Biathlon è una religione, lo sappiamo, e in passato i vari interpreti locali da Sven Fischer a Michael Greis, da Magdalena Neuner a Ricco Gross sono stati i suoi profeti ma portare 50.000 persone in uno stadio, di questi tempi con un biglietto neanche regalato da 25 euro è una impresa. Eppure ci riescono. Una cultura dello sport diversa e meno superficiale, una copertura mediatica che in Italia si riesce e si vuole dedicare solo al Calcio, sono molti i fattori dietro un successo come questo.

    Quante tristi manifestazioni, anche Campionati Mondiali, ci è toccato vedere in Italia negli ultimi anni con spalti semivuoti, spesso riempiti da scolaresche in gita non per educare allo sport ma per riempire gli spazi. Abbiamo problemi più gravi, è vero, ma se, invece di inseguire improbabili sogni olimpici, usassimo le risorse che ci sono e quelle che potrebbero essere recuperate per fare anno dopo anno qualche passo per portare lo sport alla gente e la gente allo sport la prossima generazione potrebbe forse diventare migliore della nostra e un giorno, i più fortunati, potranno vedere 50.000 persone pagare per sentire il profumo dello sport.

    Biathlon sport Stadio
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    Massimo Brignolo

    Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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