Vittori: ‘Howe vale 19.40   ma ha scelto il Lungo”

CarloVittoriATLETICA. Carlo Vittori è uno che di velocisti se ne intende, è stato l’allenatore di un certo Pietro Mennea. Segue la scena dell’atletica, probabilmente la sua visione della tecnica e della preparazione non è esattamente alla moda, trent’anni sono passati ma quando parla di velocità vale la pena di stare ad ascoltarlo. Sulle pagine di Indiscreto, dove interviene spesso, ieri, prendendo spunto dalla grande prestazione, ottava di sempre in Italia, di Enrico Demonte sui 200 metri, Vittori passa in rassegna la classifica all-time dei 200 metri.

Si arriva a Andrew Howe, il secondo della lista con il suo 20″28 di metà luglio del 2004 (aveva 19 anni), del quale tutti gli appassionati stanno attendendo il ritorno in pedana e il parere del professore è tagliente: “Talento pazzesco, era con tutta evidenza un velocista che poteva saltare in lungo e non il contrario. Un Jesse Owens, fatte le debite proporzioni. Invece ha puntato sul lungo come gara principale, oltretutto senza mai correggere il suo errore di chiusura ‘a libro’. Nonostante i 4 tecnici che in contemporanea l’hanno seguito, o forse proprio per questo, lasciava sulla pedana almeno 30 centimetri. Forse ha pensato che nel lungo anche saltando così poteva lo stesso prendere medaglie importanti ed in effetti così è stato fino a quando non si è fatto male. Ma rimango dell’idea che Howe sarebbe stato un grande duecentista, magari non Bolt, ma di sicuro uno con un potenziale da 19”40 (Mennea a 19 anni correva in 20”70…). Se guarirà, forse è ancora in tempo per essere un duecentista almeno buono. Glielo auguro”.

 

 

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