Adidas scarica Gay,   Puma difende Giamaica

adidas-adizeroDOPING & CO. Il day after delle positività contemporanee del secondo e del quarto velocista di tutti i tempi è il giorno delle prime reazioni anche degli sponsor che dietro al circo dell’atletica leggera di alto livello iniettano milioni di dollari. Alle prese con le discussioni circa l’efficacia della radiazioni come possibile deterrente una delle idee che taluni portano avanti è quella dell’immediata chiusura dei rubinetti nel caso di positività anche se a voler vedere fino in fondo bisognerebbe capire quanto proprio questo fiume di denaro sia una delle cause, passive se non attive, del ricorso all’alterazione del risultato attraverso ogni mezzo.

L’azienda tedesca di abbigliamento sportivo Adidas ha sospeso il contratto di sponsorizzazione che aveva con Tyson Gay. “Siamo scioccati dalle accuse. Sospendiamo il contratto con Tyson Gay, anche se rispettiamo la presunzione di innocenza finche’ non sia provato il contrario”, ha spiegato il portavoce dell’Adidas, Oliver Bruggen. I contratti dell’Adidas includono una clausola che permette la rescissione quando un atleta e’ dichiarato colpevole di doping, ha aggiunto il portavoce. L’azienda tedesca e lo sprinter statunitense collaboravano insieme dal 2005. “In questo periodo e’ stato un grande ambasciatore dell’atletica e della nostra azienda”, ha aggiunto Bruggen.

Non prende posizione, invece, Puma che a onor del vero non è sponsor personale di Asafa Powell – che è atleta della cinese Li-Ning – ma della nazionale giamaicana da anni. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato di avere “fiducia assoluta” nella buona fede della Federazione giamaicana. “Abbiamo un rapporto di lunga data con la Jaaa e abbiamo la maggior fiducia possibile nella buona fede della federazione. Conosciamo i loro sforzi per prendere le misure antidoping piu’ adatte al fine di assicurare credibilita’ e integrita’ ai suoi atleti e all’atletica giamaicana nel suo insieme”.

 

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