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Ciclismo, il Tour of Britain: una corsa senza appeal

Organizzare gare di ciclismo su strada nel Regno Unito è sicuramente qualcosa di complicato. Il Tour femminile è stato cancellato quest’anno a causa della mancanza di fondi e, nonostante il continuo sostegno da parte di partner a lungo termine, il Tour of Britain maschile, che si è concluso domenica, è stato lontano dalle luci della ribalta e soprattutto senza uno sponsor principale. Ma perché è così difficile organizzare gare di ciclismo in Inghilterra?

Costi enormi e poco appeal: alle radici di una crisi

Il ciclismo, in Gran Bretagna, ha costi enormi rispetto alle prospettive di guadagno. Il modello, a differenza di altri paesi come Francia e Spagna è molto diverso e meno redditizio. Una corsa a tappe richiede volontari, sponsor e il supporto del territorio locale. Organizzare il Tour of Britain costa poco meno di 3 milioni di sterline all’anno: troppi per un governo chiamato a sostenere e giustificare costi legati a una corsa che ha poco appeal. Non a caso, non c’è stato un Women’s Tour quest’anno. La crisi affonda le radici nella necessità di non restare sopraffatti dai costi. Gli organizzatori devono fare affidamento sulle autorità locali per pagare il passaggio della corsa attraverso paesi e città, nonché per apportare miglioramenti alle strade. E spesso non trovano chi è disposto ad accollarsi il costo dell’evento.

In Gran Bretagna il ciclismo piace… alla tv

Immagine | Epa

Dal punto di vista sportivo, la Gran Bretagna vanta diversi corridori ai vertici di questo sport, tra cui la medaglia d’oro olimpica di mountain bike e il vincitore del Giro d’Italia 2020, Tao Geoghegan Hart. Tuttavia, solo cinque delle squadre del World Tour hanno partecipato al Tour of Britain che è fondamentale per la sopravvivenza delle squadre con budget inferiori, ma resta comunque schiacciato a livello di conti. La British Cycling si è affrettata a formare una task force per trovare una soluzione sostenibile. In questo senso, i primi studi hanno lasciato in eredità risposte economicamente sconfortanti. Non mancano i ciclisti ma, a differenza di quanto accade in Italia, Francia e Spagna, non c’è quel che si lega a una grande corsa a tappe. Riassumendo il concetto, la bicicletta in Gran Bretagna non è economicamente penetrante nel tessuto sociale e del territorio, o almeno non a tal punto da attrarre investimenti milionari. I grandi giri in Francia, Italia e Spagna sono seguitissimi in tv ed entusiasmano i tifosi. In Gran Bretagna, l’evento si racchiude nella foto finale. Il vincitore assoluto Wout van Aert ha indossato la maglia di leader senza nemmeno lo sponsor. Non serve molto altro…

Luigi Pellicone

43 anni, laureato in Lettere Moderne giornalista dal 2007. Da quando la serie A ha deciso di fare a meno del mio talento, ho riversato i miei lampi di classe nella scrittura. Seguo sport e politica sul campo senza soluzione di continuità. Circondato da sole donne in famiglia, mi preparo per le Olimpiadi fra 3000 siepi, salto in alto, in lungo e corsa a ostacoli, inseguendo, spesso invano, il mio inaffidabile labrador. Alle spalle, un paio di vite spese fra agenzie di stampa, quotidiani e siti web. Un presente e un futuro ovviamente, tutto da scrivere

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