E se per una volta applaudissimo le vittorie altrui?

TORINO. Vi è un vezzo, anzi un malcostume, tutto italiano, sostenuto da chi fa o pretende (all’inglese, ovvero fa finta) di fare [cattiva] informazione per il quale si devono sempre trovare ragioni esogene per esaltare gli italiani. E allora siamo spesso “i primi degli europei”, Carolina Kostner (giù il cappello per la longevità agonistica ad altissimi livelli) la prima delle maggiorenni, quando a un mese da Sochi si scopre che solo 12 sciatori (ora grazie a vittorie in qualche gara FIS sono 14) andranno alle Olimpiadi la colpa è delle regole (conosciute da due anni) e non da una cattiva programmazione.

I contingenti dello Sci Alpino e i commenti che si sentono e si leggono in giro dopo la vittoria ai Campionati Europei di Julia Lipnitskaia, 15 anni e sette mesi, davanti a Adelina Sotnikova, 17 anni e sei mesi, e a Carolina Kostner, 26 anni e 11 mesi, sono solo gli ultimi due esempi. Lasciando da parte i gusti personali, che hanno ampio diritto di cittadinanza, la Kostner quarta agli Europei del 2003 a 16 anni non ancora compiuti era per questa corrente di pensiero la ragazza prodigio mentre la Sotnikova che l’anno scorso (sedicenne e mezzo) andava benissimo come valletta di Carolina ora che vince non va bene. Il non accettare le meritate vittorie altrui, eccezionali le due russe a Budapest, trovando scuse, distinguo pelosi, facendo passare il messaggio che le regole sfavoriscono i nostri beniamini, in altre occasioni dare la colpa all’arbitro sono tutti sintomi di una mancata educazione sportiva. Il fatto che una parte di chi informa trasmetta questo vulnus è una delle ragioni per le quali si continua a vivere in una deriva culturale che non fa bene al nostro sport.

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