Europei di Scherma   la festa delle facce nuove

Foto: Augusto Bizzi
Foto: Augusto Bizzi

SCHERMA (Zagabria). Si sono conclusi venerdì sera a Zagabria con le medaglia d’Oro della squadra di Sciabola maschile, i Campionati Europei che erano stati aperti dal trionfo di Elisa Di Francisca nel Fioretto Femminile, in mezzo altre sei medaglie tra le quali spicca, e come poteva mancare, l’Oro del Dream Team sempre del Fioretto femminile. Dopo l’edizione sotto tono di Legnano, troppo compressa dal vicino appuntamento olimpico, l’Italia è ritornata in cima al medagliere (3 ori, 1 argento, 4 bronzi) dove siedeva dal 2009 (con l’eccezione appunto dell’edizione casalinga dello scorso anno). La prima manifestazione continentale del quadriennio olimpico vede la crescita della Germania (3 ori anche per lei), una Romania di nuovo protagonista e, un po’ a sorpresa, il ripiegamento della Russia.

Ma torniamo in casa azzurra: da Zagabria arriva una ventata di nomi nuovi tra giovani virgulti, talenti alla prima affermazione di un certo peso, ritorni ad alto livello. Un ennesimo segnale dell’ottimo stato di salute del movimento schermistico che è continuamente in grado di produrre ricambi di lusso e che, in Italia, è uno tra i pochi a non perdere i pezzi nel passaggio dalle categorie giovanile alla nazionale maggiore. La stessa Elisa Di Francisca, seppure trentunenne, si è fatta largo nel tram del successo del fioretto solo da alcuni anni. Ma se guardiamo all’oggi, la squadra della stessa arma continua ad essere una gioiosa macchina da guerra che raccoglie successi uno dopo l’altro dopo essersi rinnovata per due elementi su quattro. Non sono giovanissime Carolina Erba e Benedetta Durando ma hanno saputo mantenere alta la concentrazione e la loro scherma fino a quando è arrivato il loro momento.

Dove maggiore emerge il ricambio è nella Sciabola, forse l’arma dove maggiore è l’importanza dell’esperienza: Enrico Berrè, 20 anni, nella prova individuale mette in fila anche il campione olimpico Szilagiy e si arrende solo ad un mostro sacro come Yakimenko che spende parole al miele per lui e nella prova a squadre, con Diego Occhiuzzi e Gigi Samele (26 anni) sale sul gradino più alto per la prima medaglia da tempo immemore senza Aldo Montano tra i protagonisti. In campo femminile Irene Vecchi trova il sorriso della prima medaglia individuale e con Rossella Gregorio (classe 1990), Livia Stagni (1988) e Lucrezia Sinigaglia (1990) sale ancora sul podio.

C’è aria di rinnovamento anche nella Spada anche se la medaglia, un Argento individuale, arriva dalla ventottenne Francesca Quondamcarlo, l’inizio di una nuova vita schermistica per lei che nelle stagioni scorse era stata vicino al ritiro. In campo maschile dove Matteo Tagliariol e Paolo Pizzo stanno ritrovando la condizione dopo stagioni travagliatissime, il migliore è stato Enrico Garozzo, ventiquattro anni da Catania, che uscendo ai quarti di finale ha sfiorato il primo podio individuale della sua giovane carriera.

Troppe volte, in altre discipline, i bilanci della manifestazione si chiudono, quando va tutto bene, con un ‘se son rose fioriranno’; nel giardino della Scherma le rose continuano a fiorire una dopo l’altra.

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