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    Home»Notizie»Il Sitting Volley sbarca finalmente in Italia
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    Il Sitting Volley sbarca finalmente in Italia

    Massimo BrignoloBy Massimo Brignolo14 Ottobre 2013Nessun commento3 Mins Read
    Sitting Volley

    Sitting VolleyNOTIZIE. Il Sitting Volleyball è uno sport inventato in Olanda nella seconda metà degli anni Cinquanta e consiste in una speciale versione della pallavolo giocata stando seduti a terra, con la rete più bassa. La regola principale prevede che il giocatore che tocca il pallone debba avere le natiche a contatto con il pavimento. Il Sitting Volleyball è uno sport paralimpico dal 1980. Può essere praticato senza distinzione da varie categorie di atleti diversamente abili (amputati, paraplegici, cerebrolesi), ma anche da atleti normodotati. Pertanto può essere considerato a tutti gli effetti uno sport “open”, che può consentire l’abbattimento delle barriere sociali tra normodotati e diversamente abili.

    La disciplina non ha mai sfondato in Italia ma nello scorso mese di agosto è stato siglato un accordo dai presidenti Luca Pancalli e Carlo Magri, che sancisce ufficialmente la partenza del progetto che sarà gestito da uno specifico settore inserito nell’Area Tecnico-Organizzativa della Fipav . L’obiettivo è quello di sviluppare anche in Italia la disciplina attraverso la promozione, le competizioni sportive e la formazione di docenti, tecnici e atleti. Un accordo che nei giorni scorsi è stato presentato ufficialmente.

    “Devo ringraziare la FIPAV per essere riuscita ad intercettare l’esigenza di Sitting Volley nata in Italia subito dopo i Giochi Paralimpici Estivi di Londra 2012″, ha dichiarato il Presidente del CIP, Luca Pancalli, aprendo i lavori, “con la Federvolley c’è stata subito sintonia e condivisione di un percorso che, mi auguro, possa portarci lontano. L’obiettivo è quello di allestire una Nazionale che possa rappresentarci degnamente alle Paralimpiadi di Tokio del 2012, anche se non nascondo che il sogno sarebbe quello di essere presenti già a partire da Rio 2016”.
    “Devo ammettere che, inizialmente, nutrivo una sorta di pregiudizio d’origine sul Sitting Volley – ha commentato Pancalli – ma dopo Londra, dopo aver assistito a molte gare ed aver apprezzato il gesto tecnico di questa disciplina giocata a grandi livelli, mi sono dovuto ricredere”. “Tutto è nato dalla lettera di una mamma che mi raccontava la storia di una ragazza amputata che avrebbe voluto continuare a praticare il volley”, ha aggiunto il Presidente del CIP, “a dimostrazione del fatto che anche da una piccola storia umana si può costruire qualcosa di importante”.  “Sono certo che il sitting volley, in Italia, esploderà”, ha concluso Pancalli, “perché è sport spettacolare e portatore di quei concetti di integrazione ed inclusione sociale”.

    “E’ un grande onore e una grande mission integrare le persone disabili nel Sitting Volley – ha esordito Luciano Cecchi, Consigliere Federale Referente Fipav – senza il CIP, dove abbiamo trovato le porte aperte a 360 gradi, non saremmo qui e non avremmo realizzato nulla”. “Questa Federazione, quando entra in campo, lo fa con obiettivi precisi e con ambizioni sempre molto alte – ha aggiunto Cecchi – per questo stiamo mettendo in campo tanto impegno al fine di bruciare le tappe e presentarci a Rio con una Nazionale Italiana”. “C’è grandissimo entusiasmo attorno a questo progetto – ha dichiarato Benito Montesi, Responsabile del Settore Sitting Volley – che ci ha visti da subito impegnati nelle scuole, dove siamo entrati coinvolgendo ragazzi e ragazze disabili e normodotati”. “A breve daremo vita ad un Campionato – ha aggiunto Montesi – che vedrà la partecipazione di squadre miste, formate da atleti disabili e normodotati”.

     

    Sitting Volley Sport paralimpico
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    Massimo Brignolo

    Manager di una multinazionale, da quasi 50 anni guardo allo sport con gli occhi sognanti dell'eterno ragazzo. Negli ultimi anni, fulminato dall'aria olimpica respirata nella mia Torino, ho narrato lo sport a cinque cerchi, quello che raramente trova spazio nei media tradizionali. Non disdegno divagazioni nel calcio, mettendo da parte l'anima tifosa, che può ancora regalare storie eccezionali da narrare a modo mio.

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