La lotta di Iman Mahdavi: dalla persecuzione in Iran a Parigi 2024

Non si smette mai di lottare per i propri sogni. E Iman Mahdavi è l’esempio di chi si sta costruendo una nuova vita da uomo libero e da atleta. Atleta iraniano, nato sul Mar Caspio, figlio di un lottatore di alto livello, ha rischiato la vita nel suo paese. E adesso sogna di tornarci, da uomo libero in un paese libero, e con l’alloro da campione olimpico.

Iman Mahdavi
Immagine | Video UNHCR

Una storia di oppressione, coraggio e sacrifici

In Iran molti atleti vivono momenti complicati. Basti pensare a cosa è accaduto alla nazionale iraniana ai mondiali in Qatar. Tutti sono nel mirino e nessuno al sicuro. Specialmente chi non segue le canoniche linee di condotta del regime iraniano che ha già condannato a morte un lottatore. Navid Afkhari, accusato di omicidio durante una manifestazione di protesta. Iman ha capito che nel suo paese non c’era più posto per lui. E ha deciso di fuggire. Da solo. A piedi. È riuscito a oltrepassare il confine, arrivare in Turchia e poi in Italia. Da clandestino.

Nel suo paese ha lasciato affetti, amici e famiglia. Difficile da sopportare per chiunque, uno scoglio sormontabile solo con enorme forza di volontà da parte di un 25enne che è arrivato in Italia senza conoscere lingua, cultura e usi del nostro paese. Stabilitosi a Piotello, ha trovato rifugio anche da punto di vista sportivo con l’associazione sportiva Lotta Club Seggiano.

La lotta libera per essere… libero

Ha scelto la strada della lotta per la libertà. Sportivamente e non solo. Campione della categoria dei 74 kg Iman è stato accolto con grande calore da tutti i suoi nuovi compagni di squadra, attivatisi in una lotta per la solidarietà. In poche settimane il ragazzo ha trovato una stanza, il lavoro e soprattutto il passaporto blu, quello per i rifugiati. Può viaggiare ovunque. E dunque può sognare di andare in Francia. Parigi 2024 è un obiettivo possibile.

Lotta libera
Immagine | Pubblico dominio

La Fijlkam si è messa immediatamente al lavoro in collaborazione con il Seggiano per inserirlo nella squadra olimpionica dei rifugiati del CIO in vista delle qualificazioni per le prossime olimpiadi. E anche il comune di Milano ha fatto la sua pare, votando, nella seduta del 6 febbraio, la mozione di sostegno all’atleta iraniano.

Adesso Mahdavi può tornare a inseguire i propri sogni: la qualificazione ai prossimi Giochi Olimpici, una finale, magati contro Chamizo, e soprattutto la possibilità, prima o poi, di tornare nel suo paese ad abbracciare i propri cari. Del resto, Iman lo sa: nella vita bisogna lottare…

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