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    Home»Notizie»L’allarme di Fahey  “La Wada è senza soldi”
    Notizie

    L’allarme di Fahey  “La Wada è senza soldi”

    Francesco FacchiniBy Francesco Facchini20 Giugno 2013Updated:4 Luglio 2022Nessun commento2 Mins Read
    fahey
    Fahey sulle colonne di http://www.abc.net.au/

    DOPING AND CO. L’allarme è di quelli preoccupanti e arriva dal capo… quindi. Stiamo parlando delle parole dette da John Fahey, gran boss della Wada, agenzia mondiale antidoping, nel corso di un’audizione presso una commissione del parlamento francese che si occupa delle tematiche legate al doping. Davvero rosso l’allarme lanciato: “La Wada e la lotta al doping mondiale hanno bisogno di risorse – ha detto Fahey -: come potete pensare che la nostra battaglia possa raggiungere risultati efficaci con meno di 30 milioni di euro di budget annuale? Questo non è realistico. Noi vogliamo proteggere la salute dei giovani atleti e proteggere chi gioca pulito e sta nelle regole e nell’etica giusta dello sport. Se volete preservare i giovani e i sogni di tutti coloro che fanno sport in modo pulito dovete incrementare le risorse, trovarne di dirette e indirette”. Fahey lascerà la presidenza dell’agenzia a novembre dopo 6 anni di servizio, ma ciò non gli impedisce di rimanere estremamente lucido e combattivo nei confronti del fenomeno doping. Il suo sogno passa anche dal recepimento delle leggi di contrasto al doping da parte delle legislazioni nazionali. “La lotta passa anche attraverso quello – ha detto Fahey all’audizione -, ma non possiamo obbligare gli stati a recepire queste filosofie normative. Mi complimento tuttavia con la Norvegia perché lo ha fatto e ora in quel paese doparsi è reato penale. Con leggi più restrittive in questo campo, la lotta diventa molto più efficace”. La domanda sorge spontanea: ma la mancanza di soldi… è casuale?

     

    agenzia antidoping budget Doping Francia WADA
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    Francesco Facchini
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    Di professione #sharindaddy, racconto storie da 30 anni. Ho un futuro dietro le spalle fatto di un Mondiale e due Olimpiadi, ma anche di esperienze giornalistiche in ogni tipo di medium (oh, è latino, mi raccomando). Amo il calcio, quello vero, ma da quando ho visto la fiamma olimpica non mi sono più riavuto.

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