Mondiale femminile, l’Italia fra sogni, realtà e prospettive

Italia Femminile, ci siamo. A poche ore dall’esordio con l’Argentina quali sono le prospettive del mondiale azzurro e in generale del movimento calcistico in rosa? Molte risposte potrebbero arrivare dall’altra parte del mondo.

Partecipare è una buona ragione

Inutile avventurarsi in voli pindarici. A meno di miracoli, la nazionale azzurra non riuscirà ad arrivare sino in fondo al torneo. Il girone non è impossibile: Argentina, Svezia e Sudafrica. Insomma, c’è la possibilità di arrivare a giocarsi la fase a eliminazione diretta. Il problema è l’abbinamento. Olanda, che ha eliminato le azzurre dalla competizione nei quarti di finale nel 2019, o USA. Troppe e molto più attrezzate le nazionali rivali per coltivare sogni di gloria o sperare di ripetere la cavalcata di quattro anni fa. Tuttavia, partecipare è una buonissima ragione. In primis, perché non è così scontato: negli ultimi due mondiali, l’unica Italia ad esserci è quella femminile (2019 e 2023).

Si attendono risposte importanti

Al netto del cammino, si attendono risposte importanti. Il Mondiale più competitivo di sempre aiuterà a capire quale sia effettivamente il percorso intrapreso dalla nostra nazionale che non può più accampare alcun “alibi”, specialmente dopo il fallimentare europeo. Dal 2022, tutte le calciatrici sono professioniste, il livello della serie A è sempre più competitivo e, in generale, il calcio femminile non è considerato uno sport minore: basti pensare al cammino in Champions della Roma e i 40mila presenti all’Olimpico per il quarto di Woman Champions League contro il Barcellona. Le premesse, dunque, ci sono tutte ma occorrerà dare un senso a un movimento che mai come in questo mondiale si gioca, prima di tutto, la credibilità. L’effetto sorpresa è svanito nel 2019, la prima chiamata importante (l’Europeo) è stato un flop. Necessario dunque risalire.

The last dance delle veterane

Barbara Bonansea
Immagine | Ansa

Il mondiale del 2023 è anche l’ultima esperienza per molte veterane. La kermesse in Australia e Nuova Zelanda sarà il “The Last Dance” per molte protagoniste. La Gama non è stata neanche convocata. Bonsansea, Girelli, Giacini, Linari e Cernoia, che hanno scritto la storia del calcio femminile, si giocheranno la loro ultima grande occasione a livello internazionale prima del ricambio generazione che la CT Bertolini, per certi versi, ha già avviato ma che potrebbe coinvolgere anche la guida tecnica. Non resta che tentare di stupire: nel 2019, queste ragazze hanno fatto innamorare l’Italia. Questa volta sarebbe sufficiente non deluderla, concedendo un non richiesto bis dell’ultimo Europeo, quando la nazionale ha lasciato la kermesse al primo turno.

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