Palio di Siena, fra storia e record

Il giorno dopo Ferragosto, lo sport equestre celebra il Palio di Siena: giostra di origine medievale, si corre in onore della Madonna Assunta e le sue origini risalgono al 1200. Una storia straordinaria fatta di sport, tradizione, identità e, soprattutto, rivalità.

Il Palio: un po’ di storia

Sin dai primi del 1200 vi sono testimonianze risalenti a corse di cavalli a Siena, una delle città più ricche, colte e influenti del Medioevo. Il Palio rappresentava la corsa in onore di Maria Vergine Assunta e, allora come oggi, vi erano dei veri e propri “deputati” che si dividevano onori e oneri dell’avvenimento. La corsa era riservata a nobili e notabili in sella ai loro stessi cavalli. Il premio consisteva, appunto, in un palium, ovvero una lunga pezza di stoffa preziosa. All’inizio la corsa era in lungo, ma nel XVII secolo assunse i contorni definitivi, una “tonda” intorno a Piazza del Campo e due edizioni: si aggiunge infatti quella del 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano, culto generato dai fedeli dopo una serie di miracoli e grazie ricevute. Nel 1721 il Palio ha il suo regolamento definitivo, stabilito da un bando che disciplina orari, corteo, ammontare dei premi e procedure di iscrizione delle Contrade, comprese i colori. Il Palio fu sospeso solo in rare occasioni e tutte legate a eventi tragici: nel 2020 per la pandemia, dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1944. Il 20 agosto del 1945 si celebrò il “Palio della Pace” che si concluse però con la più grande rissa della storia fra la contrada del Bruco e quella del Drago, argomento ancora attuale e raccontato a Siena dai più anziani che, ovviamente, non hanno ancora intenzione, dopo quasi 80 anni, di ammettere le rispettive responsabilità.

Le contrade: alleanze, rivalità e record

Giovanni Atzeni Tittia
Immagine | Ansa

Le contrade che partecipano al Palio sono 17. In rigoroso ordine alfabetico: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Oca, Onda, Pantera, Selva Tartuca, Torre e Valdimontone. L’Oca è largamente al comando dei Palii vinti, con 65 successi; l’Aquila ne ha 24 e non ha ancora vinto nel XXI secolo che invece sorride alla Selva che ha ben 6 successi dal 2000 al 2023. Ogni palio non vede tutte le contrade partecipare: a Piazza del Campo se ne presentano 10, le cui bandiere, estratte a sorte, vengono esposte al Palazzo Comunale. Le 7 escluse hanno il diritto di correre il Palio successivo. L’ordine di ingesso al Campo è segreto e determinato da un sorteggio. Prima della partenza, è tradizione che si stringano accordi, strategie, collaborazioni e alleanze. È tutto ufficiale: ci sono alleanze formali, rivalità e mancanza di rapporti formali sanciti da accordi che comportano anche visite e festeggiamenti in caso di vittoria degli “alleati”. Ecco perché non stupisce che per alcune contrade sia più importante la sconfitta che la vittoria del Palio. Terminata la corsa, i contradaioli vincenti recupereranno il drappellone che sarà conservato nel Museo di Contrada. Poi è via alla festa con una serie di cortei e cene all’interno del proprio territorio.

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