Volley: la prima volta   della moviola in campo

Foto: FIVB.org
Foto: FIVB.org

PALLAVOLO (Wroclaw). I più appassionati obietteranno che non si tratta della prima volta in assoluto. Il challenge system, la “moviola in campo” per dirla in modo semplice, è già stata utilizzata su di un campo di pallavolo in Polonia e Brasile e nelle finali di Champions League. Ma quella di ieri, per la sfida tra Polonia e Stati Uniti di World League, è la prima volta per un torneo tra nazionali sotto l’egida della FIVB che ha reso obbligatorio il sistema per le final six dei due tornei maggiori, la World League e il Grand Prix, e opzionale nelle fasi preliminari. Il primo passo verso l’introduzione ai Campionati Mondiali e alle Olimpiadi.

Come funziona la moviola in campo pallavolistica? Ogni squadra ha due chiamate per set che devono essere effettuate entro cinque secondi dalla conclusione dell’azione e che possono essere effettuate solo dal capitano. Se la chiamata dà esito favorevole non decrementa il numero di chiamate a disposizione. Anche il primo arbitro può richiedere l’ausilio della moviola ma solo se la sua decisione comportasse la fine di un set.

Le situazioni che possono essere rianalizzate, e sarà fatto su di uno schermo dal secondo arbitro mentre le immagini saranno visibili agli spettatori e alla platea televisiva, riguardano il punto di contatto della palla con il terreno, l’asta, le infrazioni di piede al servizio e di tre metri. Nel caso che anche la moviola non fornisca una decisione sicura, rimarrà valida la decisione presa in origine dal primo arbitro.

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